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Modelli 231 obbligatori per gli enti vigilati, controllati e finanziati dalla Regione Puglia

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231 / Aziende / Business

Modelli 231 obbligatori per gli enti vigilati, controllati e finanziati dalla Regione Puglia

Parere favorevole della Settima Commissione

Nel mese di aprile scorso la Regione Puglia è tornata ad esaminare – mediante la settima Commissione del Consiglio Regionale –, la proposta di legge “Interventi regionali per la promozione e l’adozione del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo, ai sensi degli articoli 6 e 7 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 (Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300)”.

Il progetto di Legge Regionale prevede, in particolare, l’adozione obbligatoria dei Modelli 231 per i soggetti pubblici e privati che operano nella Regione i quali siano destinatari di erogazioni pubbliche di somme a titolo di trasferimento, contributo, sovvenzione, rimborso ovvero di corrispettivo derivante dall’esecuzione di un appalto pubblico

Il testo normativo individua più specificatamente le Agenzie regionali, le Società in house, le Società partecipate, gli Enti controllati e vigilati dalla Regione Puglia, nonché altri soggetti privati destinatari di erogazioni pubbliche quali soggetti a cui si applicano le disposizioni in esso previste.

Ciò – come spiega la nota della Regione Puglia –” al fine responsabilizzare il management e richiamarlo al dovere di apprestare sistemi di controllo e di vigilanza” garantendo il monitoraggio dell’attività societaria e scoraggiando il compimento di reati.

Da questo punto di vista, la Regione Puglia intende riaffermare “la fondamentale importanza dei principi ispiratori” del Decreto 231allo scopo di contrastare la corruzione e il lavoro nero e di favorire la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro nonché il rispetto della normativa ambientale”.

Il consigliere proponente, Ruggiero Mennea, ha sottolineato che diverse regioni italiane hanno già adottato discipline specifiche in questo ambito, attraverso atti di Giunta o interventi legislativi, citando la Calabria e l’Abruzzo come esempi.

Inoltre, numerose pronunce giurisprudenziali hanno evidenziato l’opportunità per enti e società di dotarsi del “modello 231/01”.

Come noto il D.Lgs. 231/2001 attualmente prevede in capo agli enti una facoltà, e non un obbligo, di dotarsi o meno di un modello di organizzazione, gestione e controllo.

La Legge regionale proposta, invece, prevede che entro sei mesi dalla sua entrata in vigore, i soggetti interessati dovranno adottare modelli di organizzazione, gestione e controllo ai sensi degli articoli 6 e 7 del d. lgs. 231/2001.

Essi, inoltre, dovranno inoltre nominare un Organismo di vigilanza e trasmettere alla Regione la documentazione comprovante l’adozione dei modelli e la nomina dell’OdV.

L’adozione del modello sarà condizione necessaria per la partecipazione a procedure di erogazione di somme di denaro o di affidamento di appalti pubblici.

Si tratta di un’iniziativa legislativa che viene riproposta dopo che una precedente proposta simile era stata respinta da parte del Consiglio Regionale Pugliese nel marzo 2023 e che evidenzia il fermo intento della Regione Puglia di favorire – anche mediante la previsione di una “cogenza indiretta” dei modelli 231 – pratiche più etiche e trasparenti nella gestione delle attività d’impresa da parte di soggetti che operano strumentalmente per l’Ente o che da

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