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Il modello di organizzazione, gestione e controllo ex d.lgs. 231/2001 nelle società sottoposte a misure di prevenzione CAM: Il documento di ricerca della Fondazione Nazionale Commercialisti

Codice antimafia
231 / Aziende / Business

Il modello di organizzazione, gestione e controllo ex d.lgs. 231/2001 nelle società sottoposte a misure di prevenzione CAM: Il documento di ricerca della Fondazione Nazionale Commercialisti

Recentemente, la Fondazione Nazionale dei Commercialisti ed il CNDCEC hanno pubblicato un nuovo Documento di ricerca dal titolo “Il modello di organizzazione, gestione e controllo ex d.lgs. 231/2001 nelle società sottoposte a misure di prevenzione CAM (Codice Antimafia)”.

L’attenzione del documento si concentra sulla necessità di garantire che l’adozione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo di cui al d.lgs. 231/2001 nelle aziende sottoposte a misure di prevenzione, ovvero ritenute oggetto di tentativi di infiltrazione criminale, sia correttamente percepita quale strumento idoneo a limitare il rischio di infiltrazioni e facilitare il ripristino della legalità

In queste realtà imprenditoriali, l’introduzione dei protocolli e delle procedure che costituiscono il Modello 231 contribuisce altresì alla razionalizzazione e all’efficientamento dei processi, tutelando la gestione giudiziaria e garantendo una maggiore trasparenza delle attività e dei processi operativi.

Inoltre, vi è da sottolineare come l’adozione e la diffusione di un Codice etico rappresentano ulteriori elementi che agevolano l’affermazione dei concetti dell’etica e della legalità.

Con il passare degli anni, dopo un primo periodo di osservazione, i tribunali hanno iniziato a richiedere specificamente agli amministratori giudiziari l’applicazione dei protocolli previsti dal d.lgs. 231/2001, previa specifica valutazione delle caratteristiche e dei rischi connessi alle attività dell’azienda sottoposta alle misure di prevenzione previste dal Codice antimafia di cui al d.lgs. 159/2011. 

In questi enti, l’adozione del Modello risponde ad una logica preventiva e, al contempo, riparatoria. L’introduzione di presidi di gestione del rischio e prevenzione degli illeciti, anche diversi da quello verificatosi, tutela l’ente da eventuali future ulteriori responsabilità, salvaguardandone il patrimonio e la possibilità di proseguire l’attività: il tutto, a seguito di una analisi e mappatura dei processi aziendali che ben potrebbero rilevare vulnerabilità ulteriori rispetto a quelle ordinariamente emergenti da altre attività di verifica.

Con l’introduzione dell’istituto del controllo giudiziario, il legislatore ha attribuito alle misure organizzative ex d.lgs. 231/2001 un ruolo cruciale, assegnando al tribunale il potere di imporne l’adozione; successivamente, attraverso l’istituto della prevenzione collaborativa, il legislatore ha definitivamente ribadito l’importanza di tali misure, questa volta al fine di scongiurare il rischio dell’interdittiva antimafia per le imprese soggette, seppure occasionalmente, a tentativi di infiltrazione criminale.

Queste le considerazioni poste alla base del lavoro svolto dalla Commissione di studio, che ha esaminato il tema con lo sguardo dei professionisti a vario titolo coinvolti nelle procedure in oggetto: amministratori giudiziari, consulenti incaricati della redazione del modello, organismi di vigilanza la partecipazione di soggetti interni alla controllata cui sia riferibile la segnalazione.

Avv. Adamo Brunetti

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